viaggio, inteso come avventura e, soprattutto, come esplorazione all’interno di sé. Un viaggio che conduce anche alla presa di coscienza dell’uomo attore prigioniero del suo spazio. La giocata di Zeta – marionetta di se stesso e dei suoi fantocci – è lotta contro la morte, per esorcizzarla, ed è nuovamente strumento di autoanalisi poiché anche nell’apparente spontaneità del gioco, egli rivela agli spettatori i suoi tratti interiori.
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