Rivisitazione drammaturgica e attoriale del testo di Beckett, una delle più grandi opere del teatro del Novecento, basata sulla scelta di cambiamenti continui nei ruoli dei protagonisti dell’opera, che rende questo allestimento dinamico, brillante e allo stesso tempo capace di esprimere temi importanti legati alla contemporaneità.

Ma chi è Godot?

Numerose sono le interpretazioni: il destino, la morte, la fortuna e persino Dio. Dal punto di vista semantico Godot richiama infatti la forma inglese God (Dio). Per questa ragione l’attesa di Vladimiro ed Estragone è l’attesa di tutte le attese, l’Attesa per eccellenza.
Alla fine di ognuno dei due atti un ragazzino annuncia il possibile arrivo.

“Vladimiro Io la  vorrei un’altra di via d’uscita
Estragone Anch’io, ma non è possibile
Vladimiro Anch’io, ma è possibile”

Estragone Non mi toccare! Non domandarmi niente! Non dirmi niente! Resta con me! Tutto veloce

Vladimiro Forse che ti ho mai lasciato?
Estragone Mi hai lasciato andar via.

Sto forse dormendo in questo momento?
Ho forse dormito mentre gli altri soffrivano?
Domani quando mi sembrerà di svegliarmi che dirò di questa giornata?
Che in questo luogo fino al calar della notte ho aspettato Godot?
Certamente!
Ma in tutto questo quanto ci sarà di vero?