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Lo spettacolo è liberamente ispirato a “La Conferenza degli Uccelli” di Peter Brook e a “Gli Uccelli” di Aristofane

Regia e drammaturgia Emilio Genazzini
Interpreti Massimo Grippa /Alberto Maria Brighetto Graglia/Giulia Genazzini/Valentina Greco/Giorgia Lunghi/Susy Pariante/Mariano Viggiano
Testo Emilio Genazzini
Costumi e accessori scenici Francesca Serpe
Nasi/becchi in cuoio Giorgia Falchi

Frequentemente il teatro è lo spazio dove si mettono in scena metafore, allegorie,
immagini, di ciò che la società sta vivendo in quel momento (quando invece non si traduce
per esempio in atti di teatro civile diretti a denunciare direttamente fatti e circostanze
ritenuti sbagliati, irresponsabili e a volte criminali). Il linguaggio artistico di questo
spettacolo è improntato a interpretare il contemporaneo nel necessario confronto con le
drammaturgie dei grandi autori citati e nell’attenzione al rapporto tra regia, uso dei testi,
azioni e presenza nello spazio scenico. Voler allestire una messa in scena da parte di una compagnia come Abraxa, che abbia come tema i due testi, ispirati dagli uccelli, significa dare vita alla naturale mediazione tra la tradizionalità del testo da mettere in scena e la sperimentazione teatrale. Il lavoro drammaturgico del regista, Emilio Genazzini, si è sviluppato alla ricerca di una
sinergia tra i temi trattati nel famoso spettacolo di Peter Brook, ispirato a sua volta
dall’antico poema persiano di Farid Ad-Din Attar e quelli appartenenti alla commedia,
citata, di Aristofane.

Lo spettacolo narra il viaggio iniziatico alla ricerca di un mondo nuovo attraverso un
deserto e sette valli iniziatiche, viaggio caratterizzato da uno sviluppo di azioni surreali e
liriche, mirando a una profondità fantastica e liberatoria. L’impianto scenico vuole essere
un’opera colma di spirito di contestazione nel rivendicare la necessità della gioia, della
concretezza e del godimento della natura. 
Si vuole proporre il grande sogno della creazione di una società libera e felice, dove gli
uomini possano vivere nel migliore dei mondi possibili.

Ma quel nuovo mondo poi sarebbe così attraversato dalle umane logiche del potere per diventare molto simile alle altre città?
Non c’è luogo in cui l’uomo, anche quando ha trovato la pace, rinunci alla sua sete di
dominio assoluto?
“Realtà o utopia?” L’utopia che si svela ancora una volta misera realtà? Oppure no!
L’essere umano ha e si dà la possibilità con un “volo” di spezzare questa catena di
avvenimenti e di essere così libero da vivere in semplicità e in pace?

Il viaggio e le scoperte dei personaggi daranno il senso di questa possibilità, che varrà la pena di
giocarsi seriamente. Questa nuova opera è uno strumento e un pretesto per parlare della realtà che ci circonda e di noi, suoi interpreti quotidiani e pertanto conterrà riferimenti alla realtà sociale attuale.

 

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